Le lezioni di don Lorenzo non mirano a una conoscenza fine a se stessa, al nozionismo: sono sempre contestualizzate e vivono della relazione tra l’acquisizione delle conoscenze e la comprensione della loro possibile applicazione concreta, fattuale.
Anche per questo, i due ambienti simbolo della scuola sono l’aula didattica e l’officina, luoghi in cui l’attività didattica e formativa si svolge senza soluzione di continuità.
Non c’è posto, nella Scuola di Barbiana, per i miti e le novelle, o per la classificazione sterile di insetti e animali, privilegio borghese. È più urgente imparare a leggere – e soprattutto capire – un contratto o una legge o imparare una lingua straniera, con cui poter esercitare una cittadinanza globale.
Quando la scuola è poca il programma va fatto badando solo alle urgenze.
Pierino del dottore ha tempo di leggere anche le novelle. Gianni no. Vi è scappato di mano a 15 anni. È in officina. Non ha bisogno di sapere se è stato Giove a partorire Minerva o viceversa.
Nel suo programma d’italiano ci stava meglio il contratto dei metalmeccanici. Lei signora l’ha letto? Non si vergogna? È la vita di mezzo milione di famiglie.
Che siete colti ve lo dite da voi. Avete letto tutti gli stessi libri. Non c’è nessuno che vi chieda qualcosa di diverso.
- Fondazione don Lorenzo Milani, Barbiana: il silenzio diventa voce, Firenze, Emmeci Grafiche, 2013, p. 43
- Fondazione don Lorenzo Milani (a cura di Sandra Gesualdi e Lauro Seriacopi), Gianni e Pierino. La scuola di Lettera a una professoressa, Arcidosso (GR), Edizioni Effigi, 2019, p. 47
- Gesualdi, S., Giorgi, P. (a cura di), Barbiana e la sua scuola. Immagini dall’archivio della Fondazione Don Lorenzo Milani, Firenze, Aska edizioni, 2014, pp. 78-79
- Agostino Burberi: Far finta di lavorare, ma lavoravano davvero
Mileno Fabbiani: I ragazzi di Barbiana sorridenti e soddisfatti di quello che hanno imparato
- Piero Cantini: L’officina, il nostro laboratorio
- Agostino Burberi: Era inverno, probabilmente del 1958
- Mileno Fabbiani: Prima del 1962, forse tra il 1958 e il 1960
- Piero Cantini: 1962 o 1963
- Agostino Burberi: Probabilmente l’Ammannati, un professore che aveva dedicato la vita ad insegnare a Prato e che veniva sempre a Barbiana. Ci ha fatto amare la Divina Commedia, ci ha insegnato a fare teatro, lo amavamo tanto e ci ha dedicato il suo tempo libero
- Mileno Fabbiani: Giorgio Pecorini
- Piero Cantini: Agostino Ammannati
- Agostino Burberi: Fuori dall’officina
- Mileno Fabbiani: All’uscita dell’officina
- Piero Cantini: Vicino all’officina
- Agostino Burberi: Da sinistra: il primo non lo riconosco, poi Francuccio Gesualdi, Agostino Burberi, Silvano Salimbeni, Guerino Gesualdi, Giancarlo Carotti, Michele Gesualdi, Giancarlo Tagliaferri
- Mileno Fabbiani: I primi sei ragazzi che frequentarono Barbiana
- Piero Cantini: Giancarlo Tagliaferri, Michele e Francuccio Gesualdi, Agostino Burberi, Silvano Salimbeni e Milo Carotti
- Agostino Burberi: Eravamo in posa ed era inverno perché avevamo gli stivali, ma non ricordo esattamente cosa stessimo facendo
- Mileno Fabbiani:
Qualcuno aveva spiegato il funzionamento del motore. Era stata smontata una Lambretta e poi i ragazzi l’avevano rimontata
- Piero Cantini: I ragazzi probabilmente avevano appena finito dei lavori di falegnameria. Forse avevano costruito una libreria o delle panche per la scuola